mercoledì 4 agosto 2010

BORGES-1

Se pensiamo ad un personaggio storico del passato, ad esempio Alessando il Macedone, e se pensiamo a un personaggio della letteratura come Macbeth, non pensiamo ad essi in modo distinto. Vale a dire, alla lunga, tutti gli esseri diventano memoria, non soltanto gli esseri in carne ed ossa, ma anche quelli della letteratura. Noi stessi, dopo la nostra morte, saremo tanto reali o irreali quanto lo sono i personaggi letterari.
E nel caso di persone famose, queste possono esserlo anche in vita, ovvero possono essere immaginati dagli altri. Non ci sono due modi diversi di immaginare un personaggio. Se io cerco di immaginare Giulio Cesare non me lo immagino in modo diverso da quello che utilizzo per immaginarmi, diciamo, Ulisse. Credo che siano ugualmente reali o ugualmente irreali per me. Credo che alla lunga ogni personaggio, ogni persona può arrivare ad essere parte della memoria degli uomini, ma Alondo Quijano non fa meno parte della memoria umana di Alessandro il Macedone. Il fatto che uno sia stato creato con le parole e l’altro sia esistito in carne ed ossa non presuppone una differenza. Ci immaginiamo entrambi in modo identico. Alla lunga tutto è memoria, tutto – potrei quasi dire – è favola; tutto è mitologia, tutto è romanzesco.

martedì 3 agosto 2010

CORRIDA: L'ANIMALE NON ESISTE...

Anche nella civile, civilissima Barcellona è stato deciso di proibire, a partire dal 2012, le corride. Che tristezza! In nome di un mai ben precisato "diritto degli animali", sono state spalancate le porte ad un'enorme follia che mescola, nella sensibilità contemporanea, l'ignoranza ad una già marcata dose di ignoranza. Grossolanamente, molto grossolanamente, si ritiene che l'Animale, con la A maiuscola e portavoce della "natura buona" (la Madre Natura) - sia la vittima designata che la società, con le sue leggi, deve proteggere contro l'Uomo che la vuole distruggere. l'Uomo portatore di "cattiva cultura".
In uno stesso sacco vengono così messi: la caccia, la vivisezione, l'allevamente industriale, la corrida...

Certo, nessun animale è una "cosa". Ma non tutti gli animali sono Animali. Esattametne come accade per gli uomini.
Non c'è un "Animale" vittima passiva e innocente. C'è una specie animale singolare le cui condizioni di vita e di morte devono rispettare la sua singolarità.

Ciò che la corrida ci insegna è l'attenzione ad un rapporto, ad una relazione: non ad un animale in generale, ma ad un toro in particolare.

L'ANIMALE NON ESISTE. Si tratta di un errore concettuale, un'illusione antropocentrica. Ci collochiamo di fronte a tutte le specie viventi, le battezziamo globalmente "animali" e ci autoproclamiamo "maestri", padroni e legislatori di una Natura di cui peraltro non faremmo parte.

Gli animalisti producono, di conseguenza, delle leggi morali per regolare la condotta umana (gli animali umani) che bisognerebbe tenere nei confronti degli altri animali (ma non tra loro stessi). Provate infatti a chiedere a un leone o a una mosca di non fare del male ad animali di altre specie...
L'animalista è l'antropocentrico per eccellenza. Peraltro incoerente, in quanto ritiene che l'uomo sia al contempo un animale come gli altri ed il contrario... La contraddizione fondamentale comunque resta la seguente: il voler estendere, in nome dell'unità della Natura, a tutti gli animali, dei diritti, tranne che agli uomini. Essi limitano solo all'uomo il dovere di rispettare tutti gli animali, indipendentemente dalla loro specie.

Non esiste l'animale. esistono un'infinità di specie.

Come regolare il comportamento nei confronti di queste altre specie?

Fin dall'antichità, gli uomini hanno elaborato sostanzialmente due grandi tipi di relazione nei confronti delle specie animali, dividendoli tra animali "domestici" (addomesticabili) e selvatici... è solo a partire da questo che sarebbe possibile cominciare a ragionare su uno dei rituali più straordinari e affascinanti della storia dell'umanità: la Corrida.

Ma per far questo bisognerebbe essere umani, appunto, non ritenersi Umani...